Una storia impossibile

Martedì scorso, ho assistito insieme ai miei compagni di classe e alle altri classi terze della mia scuola, alla visione del docufilm “una storia impossibile”. Qualche giorno prima eravamo stati avvertiti dalle nostre professoresse che alcune calciatrici dell’ACF Arezzo ,con l’allenatore, la preparatrice sportiva e il presidente della società, sarebbbero venuti a farci visita per illustrarci il film e farci riflettere. Avendo poche conoscenze sul calcio femminile, ho deciso di documentarmi sulla sua storia e le sue origini. Ho letto che nel nostro Paese, un gruppo di ragazze di Milano, fondò la prima squadra di calciatrici alla fine del Novecento. Sono rimasta colpita però dal fatto che quando iniziarono ad organizzare le prime trasferte, il regime fascista proibì loro di praticare uno sport considerato da sempre esclusivamente maschile. La donna per il fascismo infatti doveva dedicarsi solo alla casa e alla famiglia e se avesse voluto fare attività fisica, avrebbe potuto praticare soltanto sport “femminili” come l’atletica, la ginnastica e la danza. Solo dopo la Seconda Guerra Mondiale, fu creata a Napoli la prima Associazione di calcio femminile. Da qui in poi il calcio femminile ha cercato di affermarsi non senza difficoltà, tra tanti pregiudizi. Si è poi creato un campionato, parallelo a quello maschile. Sono contenta e sorpresa nel sapere che le Citte Amaranto, squadra aretina di calcio femminile, sono riuscite a vincere il campionato di serie C, senza mai perdere nessuna partita nel corso del torneo, evento senza precedenti. Nel film sono riportati i momenti e le partite più emozionanti della stagione calcistica 2021/2022,insieme alle interviste di alcune calciatrici e dei membri dello staff. Il film mi è piaciuto perché la storia è avvincente e mi ha appassionata a tal punto che mi sono immedesimata e ho vissuto idealmente l’esperienza delle calciatrici. Oltre alla loro passione, tenacia e perseveranza, mi ha entusiasmato soprattutto il loro spirito di gruppo. Il momento più bello del film per me è stato quando, al conseguimento del risultato finale, le ragazze hanno manifestato il loro entusiasmo, abbracciandosi e sollevando insieme la coppa, il giusto coronamento del loro impegno e dei loro sacrifici. Il messaggio che le ragazze della squadra ci vogliono trasmettere con la loro gioia, il loro coraggio e la loro determinazione è che bisogna lottare per realizzare i propri sogni, senza permettere a nessuno di ostacolarli. E’ importante seguire le proprie passioni ad ogni costo, con impegno e dedizione. Le calciatrici non solo hanno raggiunto i loro obiettivi, ma hanno anche dimostrato, con questa vittoria, che differenza tra sport “maschili” e sport “femminili” non deve esistere. Le ragazze che praticano calcio non devono essere né discriminate ,né tantomeno private delle stesse opportunità riservate ai calciatori. Nel film abbiamo visto come le calciatrici si allenino in condizioni difficili, su campi fangosi, poco illuminati, dove a stento riescono a vedere la palla, diversamente dai bei campi sportivi curati dove si allenano i calciatori. Questo denota la loro tenacia e resilienza che ritengo qualità tipiche soprattutto delle donne.

Giulia Sbragi
Margaritone 3B